Nascita di Gesù nelle altre religioni

Quale reazione potremmo aspettarci dai fedeli di altre religioni? Saranno anch’essi d’accordo a unirsi ai Cristiani in occasione della celebrazione della nascita di Gesù? Cosa essi pensano di Gesù Cristo? Lo scopo di questo breve articolo è quello di capire come i fedeli di alcune tradizioni religiose potrebbero rispondere a queste ultime domande.

La Tradizione Ebraica

Per quanto riguarda la tradizione ebraica è importante non trascurare l’origine ebraica di Gesù. Ciò non solo in riferimento alla sua nascita, ma anche al suo amore per le Sacre Scritture e alla Sinagoga così come si evince dalle sue predicazioni e dal suo sacerdozio. E’ importante ricordare che i primi cristiani sono stati i Giudeo-Cristiani, anche se molto presto i Gentili entrarono a far parte della Chiesa.

Durante i primi due secoli non sembrava esserci una forte opposizione da parte degli Ebrei nei confronti di Gesù come uomo. Dal terzo secolo in poi, non appena la fede dei Cristiani si espresse chiaramente nella divinità di Cristo, e il Giudaismo si allontanò sempre più dal Cristianesimo, gli Ebrei hanno cominciato a ignorare Gesù . Dopo l’anno 1000, quando aumentò la persecuzione degli Ebrei e Gesù fu considerato come la fonte del loro dolore, gli Ebrei adottarono un atteggiamento più critico. Tuttavia alcuni saggi ebrei, in alcuni loro scritti datati intorno al dodicesimo e al quattordicesimo secolo, hanno parlato di Gesù definendolo un “santo”, e come colui che ” è servito a preparare il mondo intero alla venerazione di Dio nella comunione dei cuori”.

Questo chiarimento ha portato a un cambiamento. Gesù è considerato come una guida etica e religiosa, come un riformatore, come un uomo di fede. Per altri egli è considerato il “Messia”, ma naturalmente egli non è per gli Ebrei il Messia atteso da Israele. Il nuovo clima determinato dalla Dichiarazione “Nostra Aetate” del Concilio Vaticano Secondo, ha concesso sia agli Ebrei che ai Cristiani di guardare in modo nuovo a Gesù.

L’Islamismo

Il Corano contiene diversi passi su Gesù e Maria. Tra questi la nascita dalla Vergine, la figura di Gesù come profeta, la sua missione per confermare la Torà e la chiamata dei “discepoli” nella sua missione, anche se rinuncia ad alcune delle sue proibizioni. Pertanto esistono alcune similitudini con l’interpretazione cristiana di Gesù, anche se vi sono differenze sostanziali. La divinità di Cristo non è riconosciuta, così come anche la realtà della sua Crocifissione. Alla fine della sua vita viene fatto un attentato a Gesù, ma Egli viene liberato e innalzato al cielo.

Ci sono molti riferimenti a Gesù nell’hadith, chei la Tradizione ha attribuito a Maometto. Ciò dimostra il senso di venerazione nei confronti di Gesù e riconosce la sua importanza, anche se i mussulmani sottolineano che Gesù viene dopo Maometto. I mistici musulmani hanno definito Gesù nei loro scritti come un maestro spirituale, come colui che mette in risalto la paura e l’amore di Dio, la pazienza nei momenti di prova, l’abbandono a Dio, l’ascesi e la povertà, l’umiltà e l’amore. Per Ibn’ Arabi (d.1240) Gesù è “il sigillo della santità”.

Si è tentati di cogliere alcune espressioni usate nel Corano e riferite a Gesù ( “Il Verbo”, “Lo Spirito che discende da Dio”) e considerarle come elementi sulle quali basare la divinità di Cristo. Ma il contenuto del Corano , con il suo ostinato rifiuto della divinità di Cristo, annulla tale tentativo. Quando si parla di Gesù con i musulmani, sarebbe preferibile iniziare il discorso partendo dal suo messaggio e poi tornare a ritroso parlando della persona e del mistero di Cristo.

L’Induismo

Gli Induisti che hanno sentito parlare di Gesù Cristo dai missionari cristiani, hanno reagito in vari modi. Alcuni hanno ammirato Gesù senza lasciarsi coinvolgere da lui. Altri lo hanno conosciuto e amato e si sono raccomandati a lui, pur rimanendo ancorati all’Induismo. Solo alcuni di essi hanno reagito nei confronti di Cristo cercando il battesimo ed entrando a far parte della Chiesa.

Mahatma Gandhi è un esempio di induista che ha profondamente ammirato gli insegnamenti di Cristo, ma che, come egli stesso ha detto, non era interessato alla figura storica del Maestro. Gandhi è stato particolarmente colpito dal Discorso della Montagna. Per lui Gesù, attraverso il suo messaggio, è divenuto un simbolo etico.

Molti Induisti non hanno difficoltà nell’accettare la divinità di Gesù. Ciò che essi invece comprendono difficilmente, è il mistero cristiano dell’Incarnazione. Gesù, spesso, è visto come l’esempio della piena realizzazione di se stesso, il punto di arrivo dell’Hindu dharma. Egli viene considerato come il simbolo del progresso umano. Per alcuni egli rappresenta più un ideale che una figura storica. Secondo la tradizione Induista, la storia dà spesso una conoscenza imperfetta della realtà. In un tale contesto, identificare il mistero di Gesù Cristo con la storia, significa ridurre Dio all’imperfezione.

Il Buddismo

Da quando Buddha ha deliberatamente evitato di parlare dell’esistenza o della non-esistenza di Dio, è ovvio che i buddisti hanno difficoltà a confrontarsi con la fede Cristiana in Gesù, Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo. Tuttavia alcuni buddisti mostrano un grande interesse nei confronti di Gesù Cristo. Uno studioso giapponese contemporaneo, Masao Abe, ha fatto una riflessione sulla figura di Cristo «che si spogliò di se stesso» come si legge nella Lettera di San Paolo ai Filippesi (Filip 2;5-8). Egli paragona questa kenosis con il concetto di sunyata ( il vuoto) del Buddismo. Cristo è un esempio di abnegazione. Pertanto è possibile affermare: «ogni giorno, qui e ora, noi moriamo come persone vecchie e risorgiamo come persone nuove con Cristo»

Altri buddisti vedono Gesù come il liberatore, perchè egli insegna la giusta visione della vita e aiuta a uscire dal buio e dall’ignoranza. Gesù non impone la liberazione, ma la offre attraverso la fede in lui. per il Dalai Lama l’aspetto che colpisce di più di Gesù è la sua compassione. Egli vede l’importanza del Vangelo nell’insegnamento dell’amore per il prossimo, nella bontà e nel perdono.

I buddisti cercano di interpretare Gesù seguendo la loro filosofia di pensiero. Essi sono attratti dai suoi insegnamenti e dai suoi esempi e vorrebbero riconoscere Gesù come un bodhisatva , cioè colui che rinuncia a se stesso al di là della compassione per gli altri. Tuttavia resta una differenza fondamentale poichè essi accettano Gesù come un Maestro sapiente, ma non come Persona divina.

La Religione Tradizionale Africana

Nella Tradizione delle Religioni africane gli Avi hanno sempre rivestito un ruolo importante. Essi avendo terminato la loro vita terrena dopo aver osservato le tradizioni, i costumi sociali e i doveri nei confronti della famiglia, vengono considerati i protettori e gli intermediari tra Dio e gli esseri umani. È dimostrato che da una fonte ha origine la vita. Questa vita si riceve da Dio ed ha il suo fondamento nella Sua potenza.

La fede negli Avi può fare da sostegno alla fede in Dio. Il Dio di Gesù Cristo è il Dio della vita. Gesù che appartiene a questa vita in una maniera molto speciale, si presenta come colui che dà la vita e la dona in abbondanza (cf Gv 10,10). Da questo punto di vista Gesù può essere considerato un Avo, anzi l’Avo per eccellenza

Un altro tema affrontato dagli Africani, legato sia alla tradizione che ai tempi moderni è quello della malattia e della relativa forma di guarigione. La malattia non è solo fisica , essa riguarda anche le relazioni. Il benessere consiste nel raggiungimento della perfetta armonia nell’ordine naturale sociale e cosmico, sia visibile che invisibile. Quando questa armonia viene disturbata è necessario correre ai rimedi.

Gesù è presentato nei Vangeli come colui che guarisce. Egli è allo stesso tempo il liberatore e il guaritore. Attraverso la sua azione curativa Egli mostra di essere in contatto con la sofferenza umana. Infatti Gesù rivela il vero significato della malattia e della sofferenza. Per quanto riguarda la cura Egli richiede un forte impegno. Gesù nel rivolgersi al paralitico ha detto: «Ti ordino: alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua» (Mc 2,11). Questo è un invito a superare l’atteggiamento fatalistico nei confronti della malattia e della sofferenza.

Conclusioni

Questo rapido sguardo alle diverse tradizioni religiose ha voluto dimostrare che esistono diversi modi di accostarsi a Gesù. In quanto Cristiani noi crediamo in Gesù come il Figlio di Dio, il Signore e il Salvatore e nel nostro amore per Lui. È questa fede e questo amore che ci permettono di accostarci agli altri. Noi dobbiamo essere consapevoli che, sebbene essi non credano in Cristo e nel nostro impegno nei suoi confronti, possono compiere parte del loro cammino insieme a noi. Questo deve spingerci ad invitarli ad unirsi a noi per celebrare la nascita di Cristo.